Clarabella lancia una campagna per valorizzare il pesce di lago e di fiume



Clarabella dà il via a #tesoridacquadolce, una campagna social per diffondere la cultura del pesce d’acqua dolce. La campagna si propone di valorizzare la tradizione della pesca e la gastronomia del lago e di far conoscere i locali che propongono pesci di lago e di fiume. A partire da agosto la Cooperativa sociale agricola di Corte Franca racconterà quindi sui propri canali social le qualità e le proprietà del pesce di fiume e di lago con fotografie, articoli, approfondimenti, ricette, interviste, indirizzi dove mangiarlo e piccole guide alla scelta, alla preparazione e al consumo. Tutto il materiale potrà essere consultato sulle pagine Instagram e facebook di Agroittica Clarabella. Il settore del pesce d’acqua dolce conta sempre più estimatori e ambasciatori nella ristorazione sebina e italiana ed è destinato a crescere – dice Andrea Rossi, presidente dell’Agricola Clarabella -. Dopo la contrazione dei consumi legata all’emergenza sanitaria Covid-19, da giugno il comparto è ripartito accelerando a luglio; i mesi di agosto e settembre si annunciano positivi, anche per effetto del recente Bando Ristoranti che dovrebbe dare una spinta ai consumi”. 
Del resto il pesce d’acqua dolce è buono, ha poche calorie ed è ricco di Omega 3 e di acidi grassi polinsaturi, una combinazione che favorisce la vitalità del sistema nervoso e una dieta equilibrata e salutare. 
Spiega

UN PATRIMONIO GASTRONOMICO SEMPRE PIÙ AMATO DAGLI CHEF Roberto Bendotti, responsabile di Agroittica Clarabella: “Tra i nostri clienti è molto richiesto dai ristoranti che puntano sui prodotti del territorio e vogliono proporre una cucina locale e moderna. Valorizzarlo significa anche difendere il comparto della pesca locale e la biodiversità. Basta pensare che i pesci d’acqua dolce nel mondo contano circa 10mila specie diverse, che da sole rappresentano il 40% delle 25mila specie ittiche conosciute. Fiumi e laghi costituiscono solo il 3,5% delle acque mondiali disponibili e di essi solo lo 0,3% è colonizzato dalla fauna ittica. Un enorme patrimonio in un habitat piccolissimo e ancora spesso sconosciuto”.